mappa subregione BERGAMASCA e dei singoli Comuni   

La subregione Bergamasca sta ad indicare il territorio geografico della zona nei dintorni di Bergamo ed in particolare la bergamasca è la zona di pianura del bergamasco. La pianura bergamasca o la bassa Bergamasca, (Bàsa in dialetto bergamasco) è una zona geografica pianeggiante posta a sud della città di Bergamo nell'omonima provincia. Confina con le provincie di Brescia, Cremona e Milano.

Comprende il territorio confinante a sud con il confine amministrativo della provincia di Cremona ed a nord con il confine naturale delle prealpi Bergamasche. Corrisponde alla pianura media ed alta compresa tra i fiumi Adda ed Oglio ed attraversata dal Serio. Inoltre può essere incluso il territorio del comune di Cassano d'Adda sul lato bergamasco dell'Adda stesso, che, pur rientrando nella provincia di Milano, è linguisticamente bergamasco.

La zona ha un'economia tipicamente agricola, seppur negli anni del secondo dopoguerra si è assistito ad un incremento della produzione industriale e una vivace attività terziaria.

La bassa Bergamasca, coi suoi centri più significativi, quali Treviglio, Romano di Lombardia, Caravaggio, Osio Sotto, Cologno al Serio e Martinengo, presenta una sua identità che la distingue nettamente dal resto della provincia di Bergamo.

Identità che si riflette in particolar modo nel dialetto utilizzato nella zona. E’ un dialetto lombardo: in particolare appartiene al gruppo dei dialetti lombardo orientali, insieme al bresciano, all'alto mantovano, al cremasco o alto cremonese e al trentino occidentale, e differisce dal dialetto bergamasco del nord per la maggiore presenza di termini di origine bresciana, milanese, o in misura minore cremonese. Il dialetto bergamasco (e più precisamente alcune sue varianti parlate nella bassa bergamasca) è la lingua in cui Ermanno Olmi ha girato il suo film L'albero degli zoccoli, vincitore del festival di Cannes nel 1978, in cui si racconta la vita di una comunità di mezzadri della pianura bergamasca alla fine del XIX secolo.

Il clima della Bassa Bergamasca è quello tipico della pianura Padana: le estati sono lunghe e umide ciò aumenta ancor più la sensazione di calore venendosi a creare l'afa, mentre l'inverno è freddo, con frequenti nebbie.

La pianura bergamasca si distingue in bassa Bergamasca orientale e bassa Bergamasca occidentale.

La bassa Bergamasca orientale è una zona geografica pianeggiante posta a sud-est della città di Bergamo, nell’omonima provincia. È delimitata a est dal fiume Oglio, a sud dalla provincia di Cremona, a ovest dal fiume Serio.

Il paesaggio della bassa pianura bergamasca è complesso ed articolato; non è facile tratteggiare la geografia dei luoghi che compongono un così vario panorama, rimaneggiato dall’opera dell’uomo che per millenni ne ha plasmato l’originaria e naturale conformazione, andandone a modificare radicalmente i suoli, un tempo coperti da foreste ed oggi occupati da ordinati campi agricoli, filari di alberi, borghi antichi e fabbriche moderne.

Nonostante la forte presenza dell’uomo, è possibile trovare numerosi “luoghi della natura” in cui il verde è dominante: il verde agricolo delle campagne, quello a macchie nei boschetti intorno ai fontanili, nei filari, nei giardini, offrendo piacevoli momenti di svago, riposo e meditazione.

Da ricordare anche la presenza di vari parchi fluviali, quali il Parco del Serio ed il versante bergamasco del Parco Oglio nord; paesaggio ricco di acqua, non solo per la presenza dei due fiumi, ma anche di un fitto reticolato di canali, condotti dai principali corsi d’acqua, oppure derivati dai fontanili.

Un’altra presenza naturalistica importante per la pianura bergamasca è costituita dai lembi di bosco superstiti. Le fasce boscate, ubicate soprattutto lungo le sponde dei fiumi e intorno ai fontanili, rappresentano la memoria delle foreste che ricoprivano la pianura alcune migliaia di anni fa.

La zona della bassa bergamasca orientale comprende i comuni racchiusi tra i fiumi Serio ed Oglio e suddivisi a metà dal Fosso Bergamasco, un canale artificiale di origine tardo medioevale, che collega il fiume Adda al Serio per poi riprendere e collegare quest’ultimo all’Oglio (vedi infra nei cenni storici). A sud del Fosso Bergamasco troviamo i comuni della Calciana: Fara Olivana, Covo, Calcio, Isso, Antagnate, Barbata, Fontanella, Pumenengo, Torre Pallavicina; a nord i comuni di Romano, Cortenuova, Cividate, Martinengo, Ghisalba, Mornico al Serio, Palosco, Calcinate, Cavernago.

La bassa Bergamasca occidentale identifica i Comuni compresi tra i fiumi Adda e Serio, a sud della città di Bergamo, ad est della città di Milano, a ovest della città di Brescia e a nord della città di Crema.

Questo territorio offre innumerevoli occasioni di visita, che possono andare dai palazzi storici alle chiese ricche di opere d’arte, ai svariati centri urbani dove permangono i segni di un’antica cultura contadina e al sito naturalistico dove sono visibili rare specie vegetali ed animali.

I segni del passato ci indicano inoltre che i comuni della zona sono accomunati da una matrice insediativa unitaria dove sono ricorrenti i segni della centuriazione romana e dove un po’ ovunque sono stati rivenuti reperti archeologici (pre-romani, romani e altomedievali): numerosi sono infatti i castelli e le fortificazioni ancora oggi visitabili.

Si può ipotizzare che i primi nuclei abitativi si insediarono sul territorio bergamasco nel II-III millennio a.C. Questi primi nuclei erano probabilmente costituiti da popolazioni di Celto-Liguri formate attraverso la penetrazione di genti provenienti dalle regioni del Reno e del Danubio. Di origine celtica è il comune di Calcinate, risalente al III secolo a.C. I Romani conquistarono il territorio bergamasco nel II secolo a.C. (197 a.C.) facendone un distretto posto ai confini del proprio impero e ne sancirono l’importanza sia strategica che commerciale.

Nelle campagne venne posta in atto la “centuriazione”, ossia la trasformazione di vasti territori in poderi di eguale estensione, disposti a scacchiera. La presenza del dominio romano è stata rintracciata in molti comuni della bassa bergamasca; nei toponimi, con resti archeologici e con le tracce della centuriazione. Di origine romana sono: Antegnate, Calcio, Cavernago, Cividate, Cortenuova, Ghisalba, Mornico al Serio, Palosco, Telgate, Torre Pallavicina.

Il disfacimento dell’impero romano avviò il periodo delle invasioni barbariche, dapprima Visigoti ed Unni, poi Alemanni ed Ostrogoti, e successivamente i Longobardi di Alboino, che nel 568-69 calarono sul nostro territorio, dove s’insediarono in modo capillare. Bergamo divenne così sede di uno dei più importanti ducati del Regno nel nord d’Italia. I Longobardi riorganizzarono il territorio cittadino nel sistema curtense, cioè la divisione in curtis (la “corte”, o villa, cioè l’azienda agricola), introducendo un elemento nuovo e di futura lunghissima durata nella dinamica trasformativa della città e del territorio campano circostante.

Tra XI e XII secolo, le campagne della bassa bergamasca approfittarono della favorevole contingenza espansiva dell’economia lombarda e goderono di una marcata fase di crescita, venendo a formare quelle strutture di produzione e a plasmare quei tratti tipici del paesaggio rurale destinati a perdurare più o meno immutati fino a un recente passato. Il periodo comunale però vide Bergamo e i paesi della bassa bergamasca al centro di numerose dispute tra le opposte fazioni guelfe e ghibelline, che spesso degeneravano in cruenti scontri: a tal riguardo sorsero numerose fortificazioni difensive in tutti i territori comunali.

I territori della bassa bergamasca sono stati anche palcoscenico di numerose battaglie, come la famosa battaglia di Cortenuova, tra Federico II e la Lega lombarda. Di origine longobarda sono i comuni di Fara Olivana, Martinengo e Pumenengo. Di epoca carolingia è invece il comune di Barbata. Romano di Lombardia è di epoca comunale.

I territori della bassa Bergamasca che si trovavano nelle terre di confine, furono sottomessi a Milano e a Venezia, tra la pace di Ferrara del 1428 e quella di Lodi del 1454. L’antico tracciato del Fosso Bergamasco, venne utilizzato come confine tra i due Stati che si suddividono la pianura: il Ducato di Milano, a sud del Fosso, e la Repubblica di Venezia, a nord del Fosso. Siccome questi borghi, tutti dotati di castelli di una certa importanza, risultavano strategici per la difesa sia della terraferma veneziana che di Milano, essi ricevevano un trattamento privilegiato, rispetto al resto del territorio, potendosi rapportare direttamente col Doge o col Duca, senza passare attraverso gli istituti locali, di tradizione comunale. Così Romano e Martinengo, per ogni affare si rivolgevano al potere centrale, e godevano di notevoli esenzioni e favori da parte del principe. Ne derivò, naturalmente, un certo, moderato, splendore locale, oltre che un discreto senso di appartenenza e di indipendenza di quelle comunità rurali. Oggi si possono osservare gli effetti di questa peculiare posizione giuridica, visitando i castelli che sorgono nei centri storici di queste cittadine.

La dominazione veneta durò fino al 1797, anno nel quale vi subentrò la Repubblica Cisalpina. Con la promulgazione nel luglio del 1797 della costituzione della prima Repubblica Cisalpina, termina l’esperienza di autogoverno cittadino (Repubblica Bergamasca) e Bergamo, in qualità di capoluogo del dipartimento del Serio, viene a dipendere dal potere centrale milanese.

Nel 1798 viene, quindi, annessa al dipartimento del Serio i territori della Gera d’Adda (margini sudoccidentali della provincia di Bergamo) e della Calciana (margini sudorientali della provincia di Bergamo). Con il Congresso di Vienna, nel 1815, fu ripristinata la dominazione austriaca che pose in essere nuove strutture amministrative le quali tuttavia non si discostavano, riguardo alla suddivisione territoriale, dall’assetto maturato nei secoli, quasi di compromesso tra le imposizioni geografiche, le tradizioni storiche e le nuove esigenze amministrative. L’ultimo avvicendamento avvenne nel 1859 quando la provincia bergamasca entrò a fare parte del Regno d’Italia. Da quel momento i comuni della bassa bergamasca hanno visto una progressiva trasformazione del proprio territorio, da prevalentemente rurale a piccoli e medi centri industriali.