mappa subregione ALTOMILANESE e dei singoli Comuni   

Con il termine Alto Milanese, anche chiamato Altomilanese, viene indicato il territorio della Lombardia che comprende una zona compresa fra la città metropolitana di Milano, la provincia di Varese e in minima parte le province di Como (tre comuni del Tradatese e tre del Saronnese) e di Monza e della Brianza (quattro comuni alla destra del fiume Seveso, parte del Saronnese).

Corrisponde in gran parte con una delle province italiane progettate in passato: la provincia del Seprio. In mancanza della istituzione di detta provincia, alcuni cittadini di alcuni comuni dei distretti compresi nelle province appena elencate avrebbero la sensazione di aderire non ad una entità "storica", ma a diverse aggregazioni territoriali amministrative "più che contigue", compreso il territorio della Provincia di Monza e Brianza.

Il nucleo centrale dell'Alto Milanese è costituito dalla conurbazione fra le città di Legnano, Castellanza, Busto Arsizio e Gallarate e corrisponde ad una delle zone più industrializzate e più densamente popolate d'Italia.

La rete di comunicazione primaria è costituita dall'Autostrada dei laghi (A8 Milano-Varese e A9 Lainate-Como-Chiasso), dalla Strada statale 33 del Sempione, dalla Strada statale 233 Varesina, dalla Strada statale 527 Bustese e dalle linee ferroviarie Milano-Domodossola, Novara-Seregno, Saronno-Laveno, Saronno-Milano.

Vi sorge inoltre l'aeroporto intercontinentale di Milano-Malpensa.

Durante l'alto Medioevo fu diviso tra i Contadi del Seprio (capoluogo Castelseprio) e della Burgaria (probabilmente sotto Parabiago), due contee dipendenti dalla Marca di Lombardia; tra i secoli XIII e XV, con la dissoluzione e scomparsa dei due contadi, l'Alto Milanese cominciò a distinguersi come zona d'influenza di Busto Arsizio, Gallarate e Legnano. Fino all'istituzione della provincia di Varese, avvenuta nel 1927, l'Alto Milanese ebbe dei confini ben definiti: era infatti costituito dal circondario di Gallarate (facente allora parte della provincia di Milano), sede di sottoprefettura.

Ad oggi, a causa del frazionamento politico che ha da sempre subito, l'Alto Milanese può essere suddiviso in sei zone aventi come centro principale le maggiori città. Esse sono:

il Bustese, o territorio di Busto Valle Olona, comprende, oltre alla città di Busto Arsizio, i comuni adagiati lungo la Valle Olona, partendo da Cairate, fino a raggiungere Castellanza. Il territorio di Busto ha un'altitudine che varia tra i 194 m s.l.m. (campagna a sud di Borsano) e i 320 m s.l.m. (Boschi ad ovest di Bolladello, Cairate). Il centro più popoloso è Busto Arsizio, seguono Castellanza, Olgiate Olona e Fagnano Olona;

il Gallaratese o territorio di Gallarate Malpensa, comprende una vasta porzione dell'Alto Milanese; rientrano in questo territorio i comuni lungo la Valle dell'Arno. Il maggiore centro è Gallarate, seguono Cassano Magnago, Samarate e Cardano al Campo;

il Saronnese comprende i comuni posti sull'asse della strada Varesina, ed alcuni comuni delle province di Como, Monza e Brianza e Milano. Il principale centro è Saronno;

il Legnanese comprende il territorio nord occidentale della Provincia di Milano, che si adagia lungo il fiume Olona e la direttrice del Sempione. Il maggiore centro è Legnano, seguono poi Parabiago, Nerviano, Cerro Maggiore e Rescaldina;

il Castanese si identifica con il territorio nord occidentale della Provincia di Milano, delimitata ad ovest dal fiume Ticino. Il principale centro della zona è Castano Primo, gli altri paesi che la compongono sono Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Cuggiono, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto con Induno, Turbigo e Vanzaghello;

il Tradatese corrisponde alla zona nord-orientale dell'Alto Milanese, quella costituente il nucleo più storico dell'antico Contado del Seprio, comprende Tradate, maggior centro della zona, Carbonate, Castelseprio, Castiglione Olona, Gornate Olona, Locate Varesino, Lonate Ceppino, Mozzate, Venegono Inferiore e Venegono Superiore.

Come anticipato, il territorio dell’Altomilanese è compreso tra la parte nord-occidentale della Città metropolitana di Milano, la parte meridionale della Provincia di Varese, alcuni comuni della parte sud-occidentale della Provincia di Como, l’estremità occidentale della Provincia di Monza e della Brianza.

Il territorio dell'Alto Milanese può essere geograficamente diviso in due zone. La zona centro-settentrionale è collinosa, con alcune vallate, come la Valle Olona e la Valle dell'Arno. Nella zona meridionale si estende invece l'alta Pianura Padana.

Il territorio è completamente pianeggiante: la quota massima registrata è infatti poco meno di 300 m sul livello del mare. Questa zona comprende due tipi di pianura: la pianura asciutta e la pianura irrigua. Nella prima sono presenti aree intensamente urbanizzate con rare zone boschive, nella seconda si distingue il paesaggio agrario, con piccoli boschi e alcuni nuclei rurali.

A nord interessano l'Alto Milanese il Lago Maggiore (Sesto Calende e Angera), il Lago di Comabbio ed il Lago di Monate. I maggiori fiumi sono l'Olona e il Ticino. Vi sono però numerosi torrenti, tra i quali citiamo l'Arno, il Tenore, il Bozzente, la Lura, il Rile e lo Strona.

Il clima è caratterizzato da un'ampia escursione termica annuale, con temperature minime basse in inverno (-4/-6 °C, anche con punte fino a -7/-10 °C) e massime alte in estate (30-32 °C, talvolta con punte di 35 °C).

Il territorio dell’Altomilanese, che vede la presenza di corsi d'acqua ed un clima temperato, fu protagonista dello sviluppo di insediamenti fin dall'antichità. Sono stati infatti rinvenuti reperti di insediamenti palafitticoli risalenti a circa 10 mila anni fa. L'abbondanza di selvaggina e legname, inoltre, destinò la zona ad essere terra di conquista per secoli, cosa che portò a questo territorio una notevole eredità culturale.

Da ricordarsi nell'area, lo sviluppo della Cultura di Canegrate prima (a partire dal XIII secolo a.C.) e della Cultura di Golasecca poi (tra i secoli IX e IV a.C.), dalle rispettive località dove vennero alla luce vaste necropoli.

Le fonti storiche datano le prime invasioni all'anno 1000 a.C., compiute da parte di popoli indoeuropei, provenienti dall’Europa centro-settentrionale. In particolare il passaggio dei Celti diede un forte contributo all'agricoltura ed all'artigianato, anche grazie all'invenzione dell'aratro. Questo popolo ebbe anche il merito di aver costruito la principale strada che attraversa il territorio, quella che Napoleone chiamerà Sempione.

Dopo i Celti arrivarono gli Etruschi e successivamente i Galli, i quali influirono notevolmente sulla lingua e la cultura. Successivamente arrivò Annibale ed infine i Romani, che conquistarono Milano nel 191 a.C.

Se da un lato i Romani tentarono di cancellare le tracce delle precedenti culture, dall'altro si occuparono di migliorare il territorio: a loro si deve infatti la lastricatura della via, iniziata da Celti, che collega Milano con le Alpi; opera che fu compiuta nel 196 d.C. da parte dell'imperatore Settimio Severo. Anche il castrum di Castelseprio fu opera loro, e venne realizzato tra il IV e il V secolo d.C.

Dopo i romani fu la volta dei Goti e dei Longobardi ed infine dei Franchi, che sotto la guida di Carlo Magno posero fine al dominio longobardo con le battaglie di Pavia e Verona nel 774. Dal X secolo la zona fu teatro di scorribande, specialmente da parte degli Ungari.

Fino al 1155, quando Federico I detto "il Barbarossa" divenne re d'Italia e successivamente imperatore a Roma, all'interno del Regno d’Italia i comuni avevano una notevole autonomia, che aveva permesso loro un considerevole sviluppo sia sul piano economico che sociale e culturale. Il Regno d'Italia comprendeva la Val Padana e la Toscana, ed era una tra le regioni più ricche d'Europa. Tuttavia tra i vari centri abitati vi erano delle divergenze, che vennero abilmente sfruttate dal Barbarossa per prendere il potere e imporre ingenti tasse. Il re fomentò i contrasti fra i comuni a tal punto da provocare, nel 1162, la distruzione di Milano, la più potente città lombarda.

Fu a tal punto che i comuni della zona si accorsero della necessità di unirsi per contrastare il comune nemico: si costituirono così delle alleanze fra comuni, che presero il nome di "leghe": al 1164 è datata la Lega Veronese. Successivamente, Il 7 aprile del 1167 presso l'abbazia di Pontida, grazie all'opera dell'arcivescovo di Milano Oberto da Pirovano, i rappresentanti di Milano, Cremona, Mantova, Bergamo e Brescia giurano di formare un patto federativo: la Lega Lombarda. Alla federazione si uniscono altre città del Veneto, del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia e della Romagna.

Fu così che il 29 maggio 1176, nei pressi di Legnano, l'esercito della Lega sconfigge quello imperiale, nella celeberrima battaglia di Legnano, che la città ricorda con il Palio delle contrade, che si tiene ogni anno all'ultima domenica di maggio.

La strada tracciata dai Celti, a partire dalla metà del Duecento, è protagonista di sempre più frequenti spostamenti lungo la rotta del Sempione. La zona diventa sempre più sviluppata ed attira un sempre maggior numero di commercianti, interessati soprattutto all'acquisto di cotoni e lane.

Testimonianza di questo è la nascita dei primi istituti di credito ed il proliferarsi delle società di trasporto, che smerciavano la produzione manifatturiera in tutto il Mediterraneo. Nel 1450 gli Sforza succedettero ai Visconti nell'attuale capoluogo lombardo, e ciò si tradusse in un periodo di notevole interesse sotto il profilo artistico e culturale. Venne anche incentivata la coltivazione dei primi bachi da seta, mentre nel 1520 vennero importati dalla Francia i telai. Nel 1529 l'epidemia di peste causò un forte rallentamento delle attività del territorio. Infine la morte dell'ultimo discendente degli Sforza, avvenuta nel 1535, destinò Milano a passare nelle mani di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero.

Con il dominio degli spagnoli l'Italia del nord entrò in un periodo di decadenza, che culminò con la Peste del 1630, portata dai Lanzichenecchi, che fu talmente violenta da causare il decesso di quasi il 90% della popolazione. La dominazione iberica finisce nel 1706, quando durante la guerra di successione spagnola il territorio venne occupato dagli austriaci, che trovarono una pianura stremata sia sotto il profilo economico che amministrativo.

L'inizio dell'Ottocento segna per Busto Arsizio e Legnano una sorta di rinascita economica: la disponibilità di capitali e manodopera permise l'apertura, nel 1870, dei cotonifici Milani & Nipoti, Giovanni di Busto Arsizio, tra il 1871 e il 1879, delle filature Krumm e Borgomaneri di Legnano; degli stabilimenti Fratelli Dell'Acqua, A. Bernocchi, De Angeli e del Cotonificio Cantoni; del Cotonificio Bustese nel 1887, del Dell'Acqua-Lissoni-Castiglioni (1888), del Crespi, del Venzaghi (1892), della meccanica Pomini, del rinomato Calzaturificio Borri (1892), della fonderia Marcora (1908), dei Molini Marzoli Massari (1906) e di svariate ditte minori, tutte di Busto Arsizio.

Nello stesso periodo si vede altersì la nascita di istituti di credito come la Banca di Legnano (1887), il Credito Legnanese (1923) e la Banca Alto Milanese (1922) di Busto Arsizio.

Anche i mezzi di trasporto videro la conurbazione Gallarate-Busto Arsizio-Legnano come protagonista: con l'attivazione della ferrovia Milano-Gallarate nel 1860 e della tranvia Milano-Gallarate, datata 1880, gli spostamenti verso il capoluogo si intensificarono notevolmente.

Di pari passo andò lo sviluppo dell'industria negli altri centri: a Castellanza il Cotonificio Cantoni (1845), la Manifattura Tosi (1888), la chimica Ignazio Siles (1900, poi Montecatini), la meccanica Pomini (1886), la Tintoria Cerini (1906) ed una centrale elettrica (1904); a Gallarate le manifatture Borgomaneri e Maino, i cotonifici Bellora e Cesare Macchi, la tessitura Cantoni-Introini, il maglificio F.lli Orlandi e molte altre ditte secondarie; a Tradate numerose fornaci, la ditta di motociclette Frera (1905), le Officine Meccaniche Saporiti, la seteria Lonati & Castiglioni, il Calzaturificio Martegani; quasi tutti i comuni secondari, specie quelli allineati lungo i fiumi Olona o Lura, avevano uno o più importanti opifici.

Negli anni venti e trenta sorsero molte altre industrie, mentre la crisi iniziata negli anni sessanta portò entro i primi anni novanta alla chiusura di quasi tutte le grandi fabbriche, lasciando come peculiarità dell'Alto Milanese un enorme patrimonio di archeologia industriale.