subregione Bolzano - Salto Sciliar
Alla subregione appartengono i comuni
Bolzano - Castelrotto - Cornedo all'Isarco - Fiè allo Sciliar - Meltina - Nova Levante - Nova Ponente - Renon - San Genesio Atesino - Sarentino - Tiresle subregioni della regione Trentino Alto Adige :
Alta Valle Isarco - Alto Garda e Ledro - Bassa Atesina - Bolzano - Salto Sciliar - Burgraviato - Giudicarie - Ladinia - Val di Fiemme - Val di Non - Val di Sole - Val Pusteria - Val Venosta - Vallagarina - Valle dell'Adige - Valle Isarco - Valsugana -mappa subregione BOLZANO - SALTO SCILIAR e dei singoli Comuni
Bolzano (in tedesco Bozen, in ladino Balsan o Bulsan, in dialetto sudtirolese Pouzen o Poazen, in dialetto trentino Bolzan) è un comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia autonoma in Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Bolzano ha la caratteristica principale di essere una città dove convivono tre gruppi linguistici: quello italiano, quello tedesco e quello, seppur ampiamente minoritario, ladino. All'ultimo censimento della popolazione, la maggioranza (74%) si è dichiarata appartenente al gruppo linguistico italiano, circa il 26% si è dichiarato appartenente al gruppo linguistico tedesco, mentre chi si è dichiarato ladino è lo 0,7%.
Bolzano è dunque uno dei cinque comuni (insieme a Bronzolo, Laives, Salorno e Vadena, tutti appartenenti alla subregione Bassa Atesina) dell'Alto Adige dove la maggioranza della popolazione è italofona, e di questi è quello con la percentuale superiore e in aumento rispetto al precedente censimento del 2001 (73%).
Storicamente la città è divisa in cinque quartieri e in passato era suddivisa in tre comuni distinti: Bolzano al centro, Gries ad ovest e Dodiciville a est.
Nel 1911 fu l’allora sindaco Perathoner a riuscire a riconciliare i tre comuni sotto un unico comune, facendo costruire, come segno di riconciliazione, un sontuoso passaggio sul lato orientale di Piazza Municipio come collegamento fra il centro e il quartiere di Dodiciville.
Il comune di Bolzano confina a nord-ovest con il comprensorio del Salto-Sciliar (in tedesco Salten-Schlern, in ladino Sauté-Sciliër) comprende 13 comuni della bassa Valle dell'Isarco (Basso Isarco), in Alto Adige.
Il comprensorio definisce un territorio che comprende più proprietà fondiarie, accorpate a livello amministrativo per una politica comune di sviluppo.
Il suo nome deriva da quello dei due altopiani del Salto e dello Sciliar.
Di questi 13 comuni, da rilevare che Ortisei, Selva di Val Gardena e Santa Cristina Valgardena solo amministrativamente sono parte del comprensorio, ma appartenendo geograficamente alla Valgardena, sono per tradizioni e cultura associati alla subregione alto-atesina della Ladinia.
Sebbene non faccia parte dei confini del comprensorio, il capoluogo è Bolzano.
Bolzano è situata alla quota di 264 m nella parte orientale dell'ampia conca originata dalla congiunzione delle valli dell'Isarco, Sarentina e dell'Adige.
La conca è delimitata a ovest dalla catena della Mendola, a nord-ovest dell'Altopiano del Salto (Salten, 1.500 m), a nord-est da una cima minore del Renon (Ritten) chiamata Monte Tondo (Hörtenberg), e a sud-est dal Monte Pozza (1.619 m), sul cui versante settentrionale si trova la località Colle, il cui nome è spesso impropriamente usato per designare l'intero monte.
Una piccola balza rocciosa di quest'ultimo, chiamata Virgolo, si erge verticalmente a ridosso della città.
L’Altopiano dello Sciliar è circondato dal fantastico panorama di montagna delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità UNESCO.
E’ un paesaggio di mezza montagna in Alto Adige che confina con la Val Gardena, la Valle Isarco e la Val di Tires; comprende i comuni di Castelrotto, Siusi e Fiè allo Sciliar.
Lo Sciliar, con un’altezza di 2.563 m e situato a ovest dell’alpeggio, è il simbolo dell’Altipiano dello Sciliar. Anche l’Alpe di Siusi, l’altopiano più grande dell’Europa, è una parte importante di questa zona grazie alle sue malghe curate e alle sue caratteristiche baite rustiche.
L’Altopiano del Salto, invece, chiamato anche "Monzoccolo", è un altopiano che si estende sulla sinistra orografica dell'Adige fra Bolzano e Merano. E’ famoso per la distesa di boschi di larici più alta d’Europa, tra i comuni di Meltina e San Genesio, per i cavalli avelignesi al pascolo, per le praterie verdi d'estate e per le ampie distese di neve durante l'inverno.
Tornando a parlare di Bolzano, la città è collegata ai tre monti più vicini da funivie che superano ciascuna circa mille metri di dislivello: la funivia del Colle che risale il Monte Pozza sino al Colle di Villa (Herrenkohlern), quella del Renon con arrivo a Soprabolzano e quella di San Genesio che raggiunge l'omonimo paese sull'altopiano del Salto. Dalla città, guardando in direzione est lungo la Val d'Isarco, si vede il poco lontano e suggestivo Catinaccio (Rosengarten, 3.004 m), che è parte delle Dolomiti, con le caratteristiche Torri del Vajolet.
Bolzano è attraversata dal torrente Talvera, che confluisce in città nel fiume Isarco, il quale a sua volta si getta nell'Adige pochi chilometri a sud della città stessa.
Il nucleo storico della città risiede nel triangolo delimitato a ovest dal torrente Talvera, a sud dal fiume Isarco e a nord-est dal Monte Tondo.
Considerata da molti la città più fredda d’Italia, Bolzano in realtà raggiunge temperature molto alte durante la calda stagione. La sua posizione geografica, circondata da montagne, il suo clima secco e solo raramente interessato da nebbie e foschie, le consentono di avere estati precoci e durature. Non è un caso se la città offre numerose opportunità per il tempo libero all’aria aperta. Le sole piste ciclabili che la attraversano in lungo e in largo, le piscine, i campi da gioco, i sentieri escursionistici, oltre a quel salotto culturale che è il suo centro storico, riescono ad attirare una grande varietà di turisti.
Nel corso dell’ultimo trentennio, la città si è trasformata in un centro terziario con una buona attività industriale e nelle campagne della periferia è presente un'attività agricola (mele, uva) di qualità; molto importante è anche il turismo (culturale, business e escursionistico). A Bolzano esistono, oltre ad una, come già anticipato, vasta e attiva zona ndustriale (ricerca scientifica, autoveicoli pesanti, acciaio ecc.), alcune aree artigianali dedite alle produzioni e alle attività più varie. Tra le produzioni artigianali si possono citare quella importante e rinomata di mobili in legno e di mobili d'arte. Il settore tradizionalmente più ricco e redditizio è in ogni caso il commercio (si veda la zona centrale, la più antica, con i caratteristici e famosi Portici o il quartiere fieristico).
Nel periodo preistorico,la conca bolzanina era una piana paludosa, ma i reperti archeologici trovati sulle pendici dei monti circostanti indicano che esse erano già abitate in epoche remote. Presso la zona di S. Maurizio (Moritzing), ad est della città, è stata scoperta un’antica necropoli con un villaggio retico che risale al primo millennio a.C. in cui veniva effettuata la lavorazione dei metalli.
Nel 1999, nel centro della città, è stato rinvenuto materiale risalente al V-IV millennio a.C., ovvero all’età del Rame, del Bronzo, del Ferro e anche dell’età romana.
Nel 15 a.C. il generale Druso nel conquistare le Alpi fondò un accampamento militare noto col nome di "Pons Drusi" (Ponte di Druso), che si ritiene collocato nell’attuale area bolzanina. In vari scavi effettuati a partire dagli anni 80, sono stati rinvenuti diversi resti romani, come la lapide di Secundus Regontius (il primo abitante di Bolzano di cui ci è noto il nome), cinte murarie, monete, una villa degli inizi del I secolo d.C. originariamente decorata da mosaici e rivestita di marmi e il perimetro di una basilica paleocristiana risalente al IV-V secolo d.C.
La storia medievale e tardo medievale di Bolzano è legata al Principato Vescovile di Trento: il nucleo urbano della città sorse, nel tardo XII secolo, nel territorio compreso tra i fiumi Isarco e Talvera, fondato dal vescovo di Trento. Tale nucleo era costituito da una lunga via in direzione est-ovest, la via Portici (Laubengasse), affiancata da case alte e con al piano terra i portici in cui veniva esposta la merce. Le case erano separate da dei vicoli tagliafuoco realizzati per scongiurare incendi e al centro sorgeva il castello vescovile, corrispondente all’attuale Casa della Pesa (Waaghaus).
La città era difesa da 5 torri, 3 porte (Niedertor o "Porta inferiore", Obertor o "Porta superiore" e la Südtor o "Porta Meridionale") e da una cinta muraria, abbattuti però nel 1277 con la conquista della città da parte del Conte di Tirolo Mainardo II.
A partire dalla prima metà del XIII secolo, i Conti del Tirolo, fra cui Alberto III e poi Mainardo II, sottrassero il potere di governo ai principi vescovi di Trento e Bressanone, instaurando la propria signoria sul territorio del Tirolo storico, che da essi ha assunto il nome.
Nel 1363 l’ultima discendente della famiglia dei Conti di Tirolo, Margherita detta Maultasch, cedette i diritti sulla contea del Tirolo agli Asburgo, cosicché Bolzano divenne parte dell’Impero Austro-Ungarico.
Dal 1805 al 1809 la città venne annessa dapprima alla Baviera e successivamente al Regno d’Italia, tra il 1809 ed il 1813.
Durante l’occupazione napoleonica, Bolzano divenne parte del dipartimento dell’Alto Adige con capoluogo Trento e dopo la caduta di Napoleone tornò all’Impero Austro-Ungarico sotto cui rimase fino al 1918.
Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, Bolzano e le zone circostanti vennero annesse all’Italia e con l’avvento del fascismo, nel 1922-1923, la città venne fortemente "italianizzata".
Durante la seconda guerra mondiale, Bolzano, insieme al resto dell’Alto Adige e le province di Trento e Belluno, venne inclusa nella "Zona d’Operazione delle Prealpi" della Germania nazista. In questo periodo vennero ripristinati i toponimi tedeschi anche nella città, mantenendo però il bilinguismo.
Dopo la seconda guerra mondiale, Bolzano rimase all’Italia e al Trentino-Alto Adige vennero conferite un'autonomia e garanzie per la minoranza di lingua tedesca. A seguito dei contrasti fra gli autonomisti e gli altoatesini di lingua italiana nel secondo dopoguerra, culminati nel terrorismo del BAS (Comitato per la liberazione del Sudtirolo), l’Italia e l’Austria si accordarono su una serie di misure a tutela della popolazione di lingua tedesca, attuate nel nuovo Statuto di Autonomia per l'Alto Adige.