subregione Bassa Atesina
Alla subregione appartengono i comuni
Aldino - Andriano - Anterivo - Appiano sulla Strada del Vino - Bronzolo - Caldaro sulla Strada del Vino - Cortaccia sulla strada del vino - Cortina sulla strada del vino - Egna - Laives - Magrè sulla strada del vino - Montagna - Ora - Salorno - Terlano - Termeno sulla strada del vino - Trodena - Vadenale subregioni della regione Trentino Alto Adige :
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La Bassa Atesina (in tedesco Unterland) è un territorio dell'Alto Adige che comprende il territorio tra i comuni di Bolzano, Salorno e Termeno sulla Strada del Vino.
Assieme al territorio dell‘Oltradige (in tedesco Überetsch) forma Il comprensorio altoatesino dell'Oltradige-Bassa Atesina, che si compone in totale di 18 comuni, 5 dell'Oltradige e 13 della Bassa Atesina.
Solamente quattro comuni del comprensorio presentano una maggioranza di lingua italiana. Nel comprensorio, i madre lingua tedesca costituiscono quasi il 65% della popolazione, la componente italiana è di poco superiore al 35%.
Questo è, dopo Bolzano, il comprensorio con la più alta percentuale di persone con madre lingua italiana.
Il comprensorio è un importante centro vitivinicolo, che produce vini rinomati come il Caldaro (Kaltern) ed il Gewürztraminer. La zona è attraversata sia dalla famosa "Strada del Vino" (in tedesco Weinstraße), che dalla ciclabile dell'Oltradige; entrambe collegano i vari centri di produzione vinicola.
Il capoluogo comprensoriale della Bassa Atesina è Egna.
La Bassa Atesina è attraversata dal fiume Adige, dall'autostrada del Brennero e dalla ferrovia del Brennero. Come detto, il paese capoluogo della Bassa Atesina è Egna, nonostante il più grosso centro abitato sia Laives. Gli altri principali comuni sono Aldino, Anterivo, Bronzolo, Cortaccia, Cortina, Magrè, Montagna, Ora, Salorno, Termeno, Trodena e Vadena.
Oltre ad essere la zona vinicola più estesa dell‘Alto Adige, la Bassa Atesina è anche la più calda. Il clima temperato, favorito dal vicino lago di Garda, fa sì che in questa zona prosperino rigogliosi anche vitigni a maturazione tardiva, come il Cabernet Sauvignon, generando vini dal gusto pieno e perfettamente equilibrati. Del resto, scendendo da Bolzano a Salorno, nella propaggine più meridionale della provincia di Bolzano, l‘altitudine dei vigneti scende fino ai 200 metri di quota.
Eppure è proprio nella Bassa Atesina che si estendono anche i vigneti più alti dell‘Alto Adige: nell‘area di Favogna, un promontorio che sovrasta Magrè, crescono e maturano perfettamente delle viti di Müller Thurgau a più di 1.000 metri di quota.
Gli amanti dell‘arte possono ammirare le antiche residenze signorili che convivono accanto alle moderne cantine vitivinicole e agli edifici.
Meritano una visita anche il museo "Uomo nel Tempo" e il Percorso didattico sul vino di Cortaccia.
Dall'Alto Medioevo la Bassa Atesina, assieme all'Oltradige e alla parte bassa del Burgraviato, fu il territorio più settentrionale della diocesi di Trento, e ne formava il cosiddetto Deutscher Anteil (parte tedesca) che politicamente però era, dal Duecento, parte integrante della Contea del Tirolo.
Dal 1922 al 1948, la Bassa Atesina fu accorpata alla provincia di Trento. Il provvedimento era stato deciso dal governo fascista per promuovere l'italianizzazione dei cosiddetti "territori mistilingui". La popolazione, però, resistette creando pure un sistema scolastico clandestino in lingua tedesca, le cosiddette Katakombenschulen.
La Südtiroler Volkspartei organizzò, il 30 maggio 1946, una manifestazione di protesta sulla collina di Castelfeder, durante la quale i cittadini hanno chiesto l'unificazione di questo territorio, con maggioranza germanofona, all'Alto Adige.
I comuni della Bassa Atesina vennero riaccorpati alla provincia di Bolzano solo in seguito all'introduzione del primo statuto d'autonomia, che implementava in parte l'Accordo De Gasperi-Gruber.
Lo stile architettonico dell‘Oltradige-Bassa Atesina ha le sue origini nel centro-sud, in Italia.
Dal 1550 al 1600 il comprensorio è stato completamente ristrutturato e gli architetti proveniente prevalentemente dal sud. Soprattutto personaggi toscani, come la contessa Claudia de Medici e l‘arciduca Ferdinando Carlo, hanno influenzato lo stile.
Tipici sono i complessi grandi con cortili interni, e anche all‘interno del complesso stesso tutte le stanze sono disposte in maniera simmetrica attorno alla cosiddetta “sala” centrale.
Da fuori chiaramente visibili e piacevoli per l‘occhio le case sono ornamentate con bifore e colonne in pietra e marmo, finestre e porte, merli e arcate in pietra arenaria.
Le influenze dall‘Italia centrale hanno un effetto particolare sull‘aspetto degli edifici della zona di Caldaro che si differenziano visibilmente dallo stile tirolese, dominante nelle altre vallate.