subregione Carnia
Alla subregione appartengono i comuni
Amaro - Ampezzo - Arta Terme - Cavazzo Carnico - Cercivento - Comeglians - Enemonzo - Forni Avoltri - Forni di Sopra - Forni di Sotto - Lauco - Ligosullo - Ovaro - Paluzza - Paularo - Prato Carnico - Preone - Ravascletto - Raveo - Rigolato - Sappada - Sauris - Socchieve - Sutrio - Tolmezzo - Treppo Carnico - Verzegnis - Villa Santina - Zugliomappa subregione CARNIA e dei singoli Comuni
La Carnia è una regione storica e geografica delle Alpi Orientali, nel Friuli-Venezia Giulia, che coincide con l’alto bacino del fiume Tagliamento. Il nome deriva dal prediale latino "Carniacum", riferito alla popolazione dei Carni, che dominò l'intero Friuli fra V e II secolo a.C.
In epoca romana, la Carnia era parte della Carnorum Regio (la terra abitata dai Carni, descritta da Tito Livio), che probabilmente comprendeva l'odierno Friuli e, come facilmente intuibile dagli etimi, Carinzia e Carniola.
E’ un territorio della regione storico-geografica del Friuli i cui comuni, nell'ambito della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, afferiscono amministrativamente tutti alla provincia di Udine.
La grande frammentarietà del paesaggio della Carnia è dovuta alla varietà di costituzione geologica dei suoi terreni.
A nord le Alpi Carniche delineano in senso est-ovest un’ossatura calcarea. Parallelamente a questi terreni calcarei, si addossano nella zona meridionale formazioni scistose, in parte rafforzate da rocce eruttive (porfiriti). Una terza serie di terreni costituisce la Bassa Carnia (Alpi di Tolmezzo) e appartiene quasi interamente al calcare e alle dolomie.
Impervia e isolata, corrisponde all'alto bacino del fiume Tagliamento fino alla confluenza con il fiume Fella, estendendosi, come anticipato, sul versante meridionale delle Alpi Carniche (sono una sezione delle Alpi Orientali), culminanti nel monte Coglians (2780 m), il Peralba (2693 m), dove nasce il Piave, e il Cavallo di Pontebba (2239 m), ed è attraversata da numerosi torrenti (Lumiei, Degano con l'affluente Pesarina, But con il Chiarsò).
Le valli di questi corsi d'acqua, tutti tributari di sinistra del Tagliamento, sono incise profondamente in rocce calcaree e, localmente chiamate canali (canale di Gorto, canale di San Pietro, canale d'Incaroio), solo alla confluenza con la valle del Tagliamento si aprono in ampie conche dove si trovano i centri principali.
Particolari condizioni climatiche (alta umidità per la relativa vicinanza del mare, esposizione ai venti freddi dell'Est) fanno della Carnia una delle regioni più piovose d'Italia. Questo comporta anche l'abbassamento dei limiti altimetrici della vegetazione: i vigneti arrivano solo fino a 400-500 m s.m., poi cominciano i boschi di faggi e di conifere, che a circa 1700 m s.m. cedono il passo ai pascoli.
Anche i centri abitati permanenti si spingono a quote più basse che nel resto delle Alpi, non superando i 1000 m s.m. (con la sola eccezione di Sauris, centro di popolamento tedesco, come anche Timau nella valle del But).
Sono documentati sin dal Neolitico i Carni, popolazione celtica abitante il bacino del Tagliamento e dell’Isonzo, sottomessa nel 115 a.C. dai Romani ed in particolare da Marco Emilio Scauro, divenendo cittadini romani durante l'impero.
La romanizzazione della Carnia, iniziata quindi nel 2° sec. a.C., fu completata dalla sistemazione della strada del Norico, che passa per il Monte Croce Carnico, e dalla fondazione della città di Iulium Carnicum (attuale Zuglio).
Fino al 1420 fu signore della Carnia il patriarca d’Aquileia, che concesse diversi privilegi, ed in seguito alla Repubblica veneta, che le riconobbe anch’essa una certa autonomia, mantenuta fino all’epoca napoleonica.
Passò all'Austria nel 1797 (con il Trattato di Campoformio), e dal 1805 al napoleonico Regno d'Italia sino al 1814 (divisa nei 3 distretti di Tolmezzo, Rigolato e Ampezzo).
Dopo il Congresso di Vienna e fino al 1866, quando entrò nel Regno d'Italia, rimase incorporata al Lombardo-Veneto austriaco.
Al principio della Prima guerra mondiale, fu teatro di operazioni offensive da parte dell’esercito italiano, culminate nell’agosto 1915 con la conquista quasi completa della conca di Plezzo. Nel 1917 le truppe della Carnia abbandonarono le loro posizioni, a causa della ritirata di Caporetto.
Dall'agosto all'ottobre 1944, al comando dei partigiani, si costituì in Carnia libera, opponendo una fiera resistenza al nazifascismo.