subregione Cadore

subregione
Cadore
Regione:
Veneto
Capoluogo:
Pieve di Cadore
n°comuni:
21
perimetro:
222 km
superficie:
1.110 km2
superf. calcolata:
1.109,79 km2
abitanti (istat 2023):
27.810

le subregioni della regione Veneto :

Cadore - Marca Trevigiana - Polesine - Valpolicella - Zoldano -

mappa subregione CADORE e dei singoli Comuni   

Il Cadore è un territorio storico italiano, situato nell'alta provincia di Belluno in Veneto e nella provincia di Udine (solo il comune di Sappada) in Friuli-Venezia Giulia. Tale territorio, interamente appartenente alla zona montuosa delle Dolomiti Orientali, confina con l'Austria (Tirolo e Carinzia), il Trentino-Alto Adige, la Carnia e la provincia di Pordenone.

Il toponimo Cadore è di origine celtica e deriverebbe da “catu” (battaglia) unito a “brigum” (roccaforte). Potrebbe essere stato il nome dell'attuale Monte Ricco.

L'origine del nome risale all'antichità classica, ed è collegata al nome degli antichi Catubrini nominati nell'epigrafe sepolcrale di Marco Carminio scoperta a Belluno nel 1888 e che pare risalga al sec. II dell'era cristiana. Non possiamo dire quali fossero i limiti del loro territorio. I Catubrini, dei quali M. Carminio aveva il patronato erano ascritti alla tribù Claudia e dovevano essere affini alle popolazioni alpine dalle quali discesero gli attuali Ladini. Ladino infatti è, nel suo fondo, il dialetto che tuttora si parla nelle valli del Cadore, benché in grado maggiore o minore vi si sia sovrapposto il veneto.

Il Cadore si trova in una splendida posizione panoramica e costituisce uno dei più belli ed incantevoli territori d’Italia, avendo caratteristiche proprie ben distinte sia dal punto di vista geologico che dal punto di vista storico

Il Cadore confina a Nord Nord-Ovest con la provincia di Bolzano (Val Pusteria) e con l’Austria, a Est Sud-Est con le province di Pordenone ed Udine, a Sud con la zona del Bellunese ed a Ovest con l’Agordino e lo Zoldano, sempre in provincia di Belluno. Geograficamente comprende tutto il bacino del fiume Piave dalla sua sorgente, sul monte Peralba, alla località di Termine. E’ esteso sul versante sudorientale delle Dolomiti

All'interno del Cadore si individuano subregioni minori, corrispondenti alle valli dei torrenti che confluiscono da destra nel Piave: val Padola, o Comelico; valle dell'Ansiei; valle del Boite, che nel tratto superiore prende il nome di Ampezzo. Le subregioni, territori minori che hanno, più che origini geografiche, origini storiche sono: Ampezzano, Auronzo, Basso Cadore, Centro Cadore, Comelico, Oltrechiusa, Oltremonti, Oltrepiave.

Un buon numero di gruppi supera il limite delle nevi; tuttavia, a causa della frequenza delle forme ripide, non si ha quello sviluppo glaciale che potrebbe aspettarsi. Dalle maggiori altezze (Civetta m. 3.210, Pelmo m. 3.160, Antelao m. 3.263, che è la massima altezza del Cadore, Froppa delle Marmarole 2.932, Sorapìs m. 3.020, Popéra m. 3.092, Cristallo m. 3.216) i ghiacciai non scendono mai sino alle valli e occupano qualche spianata sotto le cime o altre particolarità topografiche delle parti culminanti: le loro fronti sono a 2.200-2.300 metri. Numerosi laghetti alpini (il più famoso è quello di Misurina) punteggiano i versanti; al centro della regione si apre il vasto lago artificiale di Pieve di Cadore

Alla notevole altezza corrisponde un clima montano con inverno freddo e secco ed estate fresca e, per la situazione verso la periferia meridionale delle Alpi, le piogge sono abbondanti (specialmente in primavera e in autunno) e raggiungono in alcuni luoghi i 1700 mm. annui. In relazione con l'altezza e con la notevole piovosità, la vite si arresta alla soglia del Cadore. Col crescere dell'altezza, i terreni coltivati si riducono ad aree ristrette, mentre aumentano le superficie a prato. Le colture si fanno intorno ai centri permanentemente abitati che sono situati di solito sui ripiani o sul fondo stesso delle valli e anche intorno ai cosiddetti stavoli che sono dimore temporanee e pascoli, al disopra dei villaggi permanenti, frequentati nelle mezze stagioni. Sopra la zona degli stavoli si trova quella delle cascine sugli elevati pascoli estivi, per l'alpeggio del bestiame. La fauna, particolarmente abbondante perché protetta dal Parco Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo e da alcune riserve naturali, comprende camosci, caprioli, lepri, martore, volpi, numerose specie di uccelli e, nei fiumi, cavedani, carpe e trote.

Sebbene ritrovamenti archeologici in Cadore documentino insediamenti già in epoca preistorica, si ha certezza di una costante presenza umana dall'Età del Bronzo finale ed è sicura solo con l'arrivo degli Euganei e, successivamente, degli Insubri Catubrini. Attorno al 15 a. C. si pone la colonizzazione romana,

Contea sotto la dominazione franca (dopo il 774), nel 1027 andò al patriarcato di Aquileia col quale nel 1420 passò a Venezia. Sostenne fedelmente la Repubblica della Serenissima durante la guerra della lega di Cambrai (uno dei maggiori conflitti delle guerre d'Italia del XVI secolo, scatenata allo scopo di arrestare l'espansione della potentissima Repubblica di Venezia in terraferma) e ne fece parte fino all’invasione francese del 1797.

Nel 1806 fu incorporato nel Regno Italico nel quale, insieme al Bellunese e al Feltrino, costituì il dipartimento del Piave. Col trattato di Vienna (1815) passò all’Austria. Dall’aprile al giugno 1848 si combatterono alcune tra le più significative battaglie del Risorgimento italiano.

Entrato a far parte del Regno d’Italia nel 1866 (ad eccezione di Cortina e dell'Ampezzo, che furono austriaci sino al 1919), nella Prima guerra mondiale fu zona d’operazioni della IV armata, fino alla ritirata del 1917 al Piave. Dall’armistizio del 1943 al maggio 1945 fu incorporato nell'Alpenvorland retto da un commissario tedesco.